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La violenza silenziosa delle Istituzioni contro gli/le ambulanti a Salerno.

La violenza silenziosa delle Istituzioni contro gli/le ambulanti a Salerno.

Dopo una coraggiosa e partecipata manifestazione che ha visto scendere in strada, l’8 maggio scorso, le intere comunità del Senegal e del Bangladesh e qualche decina di solidali, l’unico approccio delle varie istituzioni locali rispetto ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori ambulanti continua ad essere la repressione. Da settimane ormai, in seguito alle decisioni prese durante il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza del 27 aprile, richiesto espressamente al Prefetto dal Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, pattuglie interforze di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale, compresi agenti in borghese, percorrono e controllano il lungomare, soprattutto nei fine settimana, impedendo agli/alle ambulanti di lavorare, sequestrando merci, elevando multe e verbali.
Questa strategia di intervento “preventivo”, che sembra voler proprio letteralmente condurre alla fame e alla disperazione centinaia di persone che stanno perdendo la loro unica fonte di sostentamento, era stata pubblicamente illustrata dal Sindaco il 28 aprile, durante la consueta intervista in onda su Radio Alfa.
Ecco la trascrizione di quanto detto:

-Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno: “Per quanto riguarda il contenimento dell’abusivismo commerciale stiamo lavorando attivamente. Già la scorsa settimana i nostri vigili urbani insieme con altre forze di polizia hanno tenuto sotto controllo il lungomare, però ora con l’incontro che abbiamo avuto col prefetto abbiamo posto sul tappeto anche questo aspetto della tenuta del territorio per quanto riguarda il fenomeno dei venditori abusivi e il Prefetto e il Questore ci hanno garantito una piena collaborazione.”

-Giornalista: “Quindi diciamo che anche in questo caso ci sarà una sinergia interforze. Però adesso con l’intervento di altre forze dell’ordine riteniamo…”

-Sindaco: “È un sollievo. La situazione da gestire è complessa, nel senso che abbiamo una massa tale di persone, di abusivi e quant’altro che diventa quasi un cimento “militare”, e poi bisogna essere assolutamente cauti perché bisogna evitare disordini, difficoltà. Fare uno sgombero per esempio di un abusivo sul corso, con il corso pieno di gente, può essere addirittura controproducente, e allora noi dovviamo prevenire, come stiamo facendo, per evitare che loro impiantino proprio la loro mercanzia. E quindi bisogna fare in modo che non si va dopo ( a sgomberare), (ma) si evita che questi (si insedino). Però capisce, tra lungomare, centro, e altre location diventa complicato, ma pare che ce la stiamo facendo.”

Ed è purtroppo vero, ce la stanno facendo. Stanno militarizzando nell’indifferenza dei più una zona della città. Stanno minacciando e spaventando chi da anni viveva di ambulantato. Stanno impoverendo centinaia di persone che non riescono più a pagare l’affitto e le bollette, le spese per il cibo e per le esigenze dei figli. In mancanza di luoghi adatti e alternativi dove poter lavorare senza essere perseguitati, tanti stanno pensando anche di lasciare la città.

L’intimidazione e la repressione non avviene soltanto lungo le strade ma nelle ultime settimane si è estesa anche nelle abitazioni in cui vivono gli ambulanti, e ultimamente si accanisce soprattutto contro la comunità bengalese. Il 17 maggio è avvenuto un primo blitz: la polizia municipale dalle 6 del mattino fino a oltre mezzogiorno ha controllato gli appartamenti del centro storico dove vivono gli immigrati bengalesi. Un secondo controllo ha avuto luogo il 25 maggio: i vigili urbani del nucleo operativo, “su ordine del sindaco Enzo Napoli” hanno controllato vari appartamenti. Un bengalese affittuario di un appartamento, “è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in quanto uno degli extracomunitari che vivevano nel locale del centro antico era privo di permesso di soggiorno”. Il Mattino scrive di “indagini a tappeto nel centro storico”, “al via ispezioni porta a porta per colpire inquilini abusivi e proprietari di appartamento che autorizzano soggiorni illegali”, “i controlli sono disposti anche a tutela del decoro urbano e della sicurezza in città, dove non accenna a diminuire il fenomeno dell’accattonaggio selvaggio e dell’ambulantato abusivo sul Lungomare Trieste”.

Blitz, controlli, ispezioni, abusivi, illegali, decoro, sicurezza: con queste parole nell’articolo citato si giustifica la repressione per rendere la vita impossibile alle persone migranti presenti in città.

Le conseguenze sulle vite delle persone di quanto sta avvenendo le raccontano alcuni degli ambulanti bengalesi:

“Non c’è più lavoro. Ora la guardia di finanza i vigili controllano il lungomare per l’intera giornata. Mi hanno sequestrato la merce, fatto una multa, e non ho i 300 euro necessari a ricomprarla. Sono venuti a controllare le case dove viviamo. Prima guadagnavo 500/600 euro al mese, ora non riesco nemmeno a coprire le mie spese mensili che tra affitto, cibo e ricarica telefonica per poter sentire la mia famiglia, ammontano a 300 euro mensili”.

“Ho subito tre multe in pochi giorni, non si riesce più a lavorare per strada, sono venuti a controllarci anche nelle case, denunciandoci perché davamo una mano a un connazionale arrivato da poco che ancora deve presentare domanda di asilo, ospitandolo in casa e sfamandolo dopo due giorni di digiuno; ci costringono ad avere paura ad essere solidali con le persone in difficoltà; vivo a Salerno da dieci anni ma mi stanno costringendo ad andare via con le lacrime agli occhi da questa città dove avevo costruito tante buone relazioni e ho tanti amici, e provare a ricominciare da zero altrove.”

Vogliamo una città sempre più ostile e militarizzata contro una parte della sua popolazione? Una città che continua ad espellere chi, nativ* o immigrat* che sia, non è benestante? Vogliamo assistere indifferenti a retate nelle strade e nelle case che ricordano tempi bui? O vogliamo squarciare questo clima di paura e di isolamento provando a organizzarci per resistere a tutto questo?
STOP RETATE, SEQUESTRI E SGOMBERI!